venerdì 7 ottobre 2011

Priorità economiche

C’è chi continua a finanziare conflitti, dietro la maschera delle missioni di pace, provocando la morte di milioni di persone. C’è chi invece chiede un sostegno per provarne a salvare il maggior numero possibile.
venerdì 7 ottobre 2011, di Piero Buscemi - 36 letture


Quello che segue è l’appello, l’ennesimo ma non ultimo, di Gino Strada in occasione del decennale dello scoppio della guerra in Afghanistan. La guerra che i vari gorverni italiani, succeduti tra loro alternativamente, si sono pregiati di definire missioni di pace.
Abbiamo trattato anche sulle nostre pagine, e grazie alle segnalazioni pervenute da altri siti più competenti in materia, tra tutti Peacereporter.net e lo stesso Emergency.it, per provare a dare il nostro piccolo contributo, spesso anche economico, alla causa della pace e dell’aiuto concreto alle popolazioni che da sempre subiscono le conseguenze di decisioni azzardate e ipocrite da parte dei potenti del mondo, che in nome del solito falso messaggio democratico, hanno invaso gli angoli del pianeta a salvaguardia dei loro interessi, che nulla hanno a che fare con la solidarietà verso il così detto Terzo mondo.
Lo ribadiamo: le missioni di pace non si fanno vestiti di mimetica e con in mano un Beretta AR 70/90; i popoli martoriati da decenni di dittature, volute e sponsorizzate dagli stessi elargitori di democrazia di questi ultimi dieci anni, hanno necessità di aiuti reali e tangibili con i quali curare e nutrire milioni di persone che sopravvivono alla follia degli altri uomini, sapendo di non poterlo fare per sempre.
Meglio di noi, questa lettera di Gino Strada rivolta a tutti i sostenitori ed amici di Emergency. Un messaggio intriso di speranza affinché le parole possano illuminare le menti ottuse dei politici italiani di tutti gli schieramenti, visto che su questo argomento, come abbiamo visto, una sinistra belligerante il 27 marzo del 2007 approvò con in governo Prodi il rifinanziamento delle missioni di guerra all’estero, in piena sintonia con i governi che lo avevano preceduto e che lo avrebbero seguito.
Cari amici di Emergency,
ricorre in questi giorni il decimo anniversario dell’ennesima aggressione militare in Afganistan. Quella cui orgogliosamente partecipa anche il nostro paese. La casta politica italiana dal 2002 a oggi ha sempre approvato in modo bipartisan le spese per la guerra in Afganistan - camuffata da “missione di pace”. Per tenervi una media di 3.000 soldati, ha speso fino a ora quasi 4 miliardi di euro. Il danaro delle nostre tasse per la guerra, contro la nostra Costituzione, contro le nostre coscienze.
In dieci anni Emergency ha speso in Afganistan 55 milioni di euro. Con poco più dell’1 per cento di quello che i governi italiani hanno speso per la guerra, Emergency ha realizzato 3 Centri chirurgici, un Centro di maternità, una rete di 29 Posti di primo soccorso e Centri sanitari, curando oltre 3 milioni di persone di tutti i gruppi sociali, di tutte le parti politiche, di tutti i credo religiosi.
Il lavoro di Emergency, non i blindati, è il pezzo di Italia che gli afgani apprezzano. Le vittime non capiranno mai le motivazioni di chi porta lutti e miseria, le ragioni di chi semina terrore per combattere il terrorismo, di chi pratica la guerra per fare finire la guerra.
Che cosa avrebbe potuto fare l’Italia per gli sfortunati cittadini afgani, che sopravvivono in mezzo alla guerra da ormai trentacinque anni? Come si traducono 4 miliardi di euro? In migliaia – non centinaia – di ospedali, cliniche, scuole.
Peccato che i soldi ci siano sempre per la guerra, mai per costruire la pace e i diritti. Persino i soldi che i cittadini hanno deciso di destinare agli aiuti umanitari attraverso il 5 per mille non sono ancora stati erogati. I soldi sono lì, nelle loro banche, i cittadini li hanno versati nel 2009, ma il governo preferisce tenerseli il più a lungo possibile. Questo sta creando a Emergency grandi difficoltà economiche, perché i nostri ospedali e le nostre cliniche non possono aspettare i tempi della politica, hanno bisogni urgenti, immediati, concreti.
Per questo vi rivolgiamo un appello a sostenere economicamente Emergency ora più che mai. Per poter continuare a lavorare, a curare persone, a portare umanità nella barbarie della guerra.
Grazie
 Gino Strada

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