The Alternative Information Center, 06 Agosto 2011
Il checkpoint 300 peggiora il suo volto. Nel primo venerdì di Ramadan, all’esercito israeliano si aggiunge la polizia palestinese a controllare i permessi dei residenti del distretto di Betlemme autorizzati a raggiungere una Gerusalemme blindata e la sua Spianata delle Moschee.
Il nuovo ingresso del checkpoint 300 tra Betlemme e Gerusalemme, sotto il controllo della polizia palestinese
Uno spettacolo surreale. Al tragitto solito del checkpoint che divide Betlemme da Gerusalemme, alle grate di ferro e alle lamiere, sono state aggiunte delle nuove barriere: due fila di mura in cemento separano gli uomini dalle donne. All’ingresso un cartello ricorda che, su ordine delle autorità israeliane, possono recarsi a pregare nella Moschea di Al-Aqsa (il terzo luogo sacro dell’Islam) solo gli uomini sopra i 50 anni, le donne sopra i 45 e chi ha ottenuto un permesso d’ingresso permanente in Israele.
A vigilare ci sono i poliziotti palestinesi, donne e uomini in divisa, che in una scioccante e preoccupante atmosfera di normalizzazione del conflitto comunicano serenamente con gli omologhi israeliani dall'altra parte. Durante il Ramadan saranno le forze di polizia dell’Autorità Palestinese a fare da cani da guardia, a controllare quei documenti che di solito sono controllati da giovani soldati israeliani, a decidere chi può passare e chi no, in un’atmosfera surreale che sa di complice accettazione.
Al di là del checkpoint ad attendere i fedeli musulmani ci sono i soldati di Tel Aviv con metal detector portatili. Molti quelli che tentano di passare comunque, consapevoli che senza permesso Gerusalemme resterà un miraggio, e allora restano là in piedi, di fronte ad checkpoint invalicabile. Un uomo sulla quarantina scoppia in lacrime in faccia ai poliziotti palestinesi, “Voglio solo pregare ad Al-Aqsa, voglio solo poter pregare liberamente”.
Intanto l’esercito israeliano si prepara ad “assediare” Gerusalemme. L’obiettivo è chiudere la Moschea di Al-Aqsa ai fedeli durante la preghiera della sera e quella dell’alba. Secondo fonti giornalistiche, sono circa duemila i poliziotti israeliani che sorvegliano la Città Vecchia da due giorni: da giovedì sera, sono scattate misure di controllo speciali, ulteriori restrizioni per i palestinesi diretti alla Spianata delle Moschee.
Ma sono stati migliaia i palestinesi che hanno tentato di raggiungere un’Al-Aqsa blindata: in 100mila sono riusciti ad entrare e a celebrare il primo venerdì del mese sacro dell’Islam, tra cui circa 63mila palestinesi provenienti dalla Cisgiordania e in possesso di permessi d’ingresso in Israele e 40mila arabi residenti a Gerusalemme o nel resto dello Stato di Israele.
Pochi i momenti di tensione, nessun reale scontro. Ma forte resta l’immagine di una città blindata e della sgradevole e incomprensibile limitazione del diritto alla libertà religiosa in un giorno tanto importante per una delle tre fedi di Gerusalemme.
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