martedì 16 agosto 2011

VENERDÌ DI RAMADAN: AL CHECKPOINT 300 È LA POLIZIA PALESTINESE A FARE IL CANE DA GUARDIA


The Alternative Information Center, 06 Agosto 2011
Il checkpoint 300 peggiora il suo volto. Nel primo venerdì di Ramadan, all’esercito israeliano si aggiunge la polizia palestinese a controllare i permessi dei residenti del distretto di Betlemme autorizzati a raggiungere una Gerusalemme blindata e la sua Spianata delle Moschee.
checkpoint ramadan
Il nuovo ingresso del checkpoint 300 tra Betlemme e Gerusalemme, sotto il controllo della polizia palestinese
Uno spettacolo surreale. Al tragitto solito del checkpoint che divide Betlemme da Gerusalemme, alle grate di ferro e alle lamiere, sono state aggiunte delle nuove barriere: due fila di mura in cemento separano gli uomini dalle donne. All’ingresso un cartello ricorda che, su ordine delle autorità israeliane, possono recarsi a pregare nella Moschea di Al-Aqsa (il terzo luogo sacro dell’Islam) solo gli uomini sopra i 50 anni, le donne sopra i 45 e chi ha ottenuto un permesso d’ingresso permanente in Israele.
A vigilare ci sono i poliziotti palestinesi, donne e uomini in divisa, che in una scioccante e preoccupante atmosfera di normalizzazione del conflitto comunicano serenamente con gli omologhi israeliani dall'altra parte. Durante il Ramadan saranno le forze di polizia dell’Autorità Palestinese a fare da cani da guardia, a controllare quei documenti che di solito sono controllati da giovani soldati israeliani, a decidere chi può passare e chi no, in un’atmosfera surreale che sa di complice accettazione.
Al di là del checkpoint ad attendere i fedeli musulmani ci sono i soldati di Tel Aviv con metal detector portatili. Molti quelli che tentano di passare comunque, consapevoli che senza permesso Gerusalemme resterà un miraggio, e allora restano là in piedi, di fronte ad checkpoint invalicabile. Un uomo sulla quarantina scoppia in lacrime in faccia ai poliziotti palestinesi, “Voglio solo pregare ad Al-Aqsa, voglio solo poter pregare liberamente”.
Intanto l’esercito israeliano si prepara ad “assediare” Gerusalemme. L’obiettivo è chiudere la Moschea di Al-Aqsa ai fedeli durante la preghiera della sera e quella dell’alba. Secondo fonti giornalistiche, sono circa duemila i poliziotti israeliani che sorvegliano la Città Vecchia da due giorni: da giovedì sera, sono scattate misure di controllo speciali, ulteriori restrizioni per i palestinesi diretti alla Spianata delle Moschee.
Ma sono stati migliaia i palestinesi che hanno tentato di raggiungere un’Al-Aqsa blindata: in 100mila sono riusciti ad entrare e a celebrare il primo venerdì del mese sacro dell’Islam, tra cui circa 63mila palestinesi provenienti dalla Cisgiordania e in possesso di permessi d’ingresso in Israele e 40mila arabi residenti a Gerusalemme o nel resto dello Stato di Israele.
Pochi i momenti di tensione, nessun reale scontro. Ma forte resta l’immagine di una città blindata e della sgradevole e incomprensibile limitazione del diritto alla libertà religiosa in un giorno tanto importante per una delle tre fedi di Gerusalemme.

 

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