GLI ABITANTI DI KHIRBET UMM AL-KHIER SONO VITTIMA DI CONTINUI ATTACCHI DA PARTE DEI COLONI ISRAELIANI DI KARMEL, I QUALI IMPEDISCONO AI PASTORI PALESTINESI DI PORTARE LE GREGGI A PASCOLARE NEI PRATI
Hebron, 14 giugno 2011, Nena News – Domenica 5 giugno ha avuto inizio una nuova forma di lotta per gli abitanti di Khirbet Umm al-Khier, una battaglia per la propria sopravvivenza contro i tentativi di strangolamento da parte dei coloni di Kermel e delle forze di occupazione israeliana. Nabil Tapash, un ufficiale dell’Amministrazione Civile Israeliana, è arrivato a Khirbet Umm al-Hir domenica e ha parlato con gli abitanti del villaggio di Eid. Secondo i coloni, molti alberi di olivi che erano stati piantati quest’anno sono stato distrutti dalle greggi degli abitanti di Umm el-Khier. I coloni richiedono un risarcimento di 250 shekel (l’equivalente di 50 euro) anche se non hanno fornito prove del danno subito e della responsabilità degli abitanti di Umm el-Khier.
Nabil ha minacciato che se il risarcimento non verrà pagato, impedirà alle greggi di pascolare greggi, obbligando di fatti i pastori a camminare a piedi lungo una bypass road.
E infatti da quel giorno i coloni e l’esercito hanno impedito il passaggio delle greggi. Un capitano militare ha fatto molto di più, tirando calci a molte capre, e uccidendone una.
Questo è solo un passo ulteriore delle continue minacce di cui sono vittima gli abitanti di Umm al-Khier. Fino ad un anno fa, i residenti di questa piccola comunità avevano un accesso relativamente facile ai pascoli della vicina Umm Zaituna e dell’area di Khirbet Tala.
Ad agosto 2010, durante la costruzione di un nuovo quartiere della colonia di Kermel, è stata asfaltata una strada riservata all’esercito ed è stato costruito un nuovo recinto vicino ad Umm al-Khier. Agli abitanti è stato proibito di far passare le greggi per questa strada e da quel momento sono stati obbligati a passare a nord del nuovo quartiere. A gennaio i coloni di Kermel hanno piantato alberi di ulivo in cima alle colline e hanno tentato di impedire ai palestinesi di far pascolare le loro greggi. Dopo molte settimane nelle quali noi abbiamo accompagnato le greggi, i coloni hanno accettato di far passare i pastori sulla loro strada e di farli pascolare nella parte nord della collina (la più lontana dalla colonia).
Recentemente, i coloni hanno anche impedito il passaggio dei pastori in questa parte della collina. In una conversazione con Avi Biton, capo dell’amministrazione di coordinamento, egli ha annunciato che l’accordo precedentemente citato è stato annullato. Ha anche affermato che è stato lui a permettere ai coloni di piantare gli olivi in cima alla collina, anche se questo non rientra tra le sue competenze. Quando Rabbi Arik Ascherman (Rabbis for Human Rights) ha sentito queste rivelazioni, la conversazione si è interrotta brutalmente.
Martedì 7 giugno, sono arrivati ad Umm al-Khier alcuni attivisti ed hanno accompagnato i pastori palestinesi. I coloni che erano in cima alla collina hanno brutalmente disperso il gregge e spaventato i pastori. Successivamente molti soldati e ufficiali di polizia sono giunti sul posto. I soldati hanno affermato che la cima della collina è proprietà privata dei coloni ma anche terra statale e hanno minacciato di arrestare chiunque, palestinese o attivista, che tentasse di tornare in cima alla collina poichè si tratta di “sconfinamento”. Come risposta alle azioni di protesta fatte per l’uccisione di una capra, due attivisti sono stati arrestati dalla polizia per molte ore e uno di loro ha dovuto pagare una multa di 1500 shekel (l’equivalente di 300 euro).
Mercoledì 8 giugno, un pastore ha portato a pascolare il suo gregge nelle prime ore del mattino. Cinque coloni gli hanno impedito di attraversare la cima della collina e gli hanno lanciato contro pietre. Il pastore è stato obbligato a camminare lungo un sentiero che costeggia la collina. Alla fine cinque attivisti sono arrivati in suo soccorso e lo hanno riportato ad Umm al-Kheir senza incidenti.
Giovedì 9 giugno, la maggior parte dei pastori non ha portato il gregge al pascolo poiché gli attivisti non potevano accompagnarli.
Per gli abitanti di Umm al-Khier, non portare al pascolo i propri animali significa acquistare cibo, spesa finanziariamente insostenibile per questa popolazione che è tra le più indebolite della Cisgiordania dal punto di vista economico. Nena News
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