
Tradotto: se il lunedì Porta a Porta (Raiuno), nel suo stile, parla di Ruby e dei festini di Arcore,Ballarò (Raitre) il martedì e Annozero (Raidue) il giovedì devono tacere. Ma se il pensiero è unico, il conduttore è doppio. Perché Butti immagina due “giornalisti di diversa estrazione culturale” (di che tipo?) a moderare un dibattito in studio: “La Rai deve studiare e sperimentare”. Gianluigi Paragone (l’Ultima parola) boccia l’idea: “Sbagliata. C’è il rischio che il talk-show sia monopolizzato dai conduttori e che si crei confusione”. E sui temi da non sovrapporre è ironico: “A me che vado in onda il venerdì resta solo l’anticipo della Domenica sportiva”. Lucia Annunziata (In Mezz’ora) sente odore di chiusura: “S’avvicinano le elezioni. E per questo si preparano a sospendere l’informazione”. E c’è un secondo indizio, rivelato la settimana scorsa dalFatto Quotidiano, il direttore generale Masi ha congelato i palinsesti che vanno da marzo a giugno, proprio nella parentesi utile per il voto.
Ma nel dibattito in Vigilanza, in un’aula deserta, non poteva mancare l’argomento Annozero, editoriale di Marco Travaglio e contraddittorio. Butti non l’ha dimenticato, e l’ha inserito nel suo documento che, soltanto tra un paio di settimane, verrà votato nella commissione presieduta daSergio Zavoli e poi recepito dal Cda di viale Mazzini: “Quando la trasmissione prevede l’intervento di un opinionista a sostegno di una tesi, è indispensabile garantire uno spazio adeguato anche alla rappresentazione di altre sensibilità culturali”. Il testo del Partito democratico, relatore Fabrizio Morri, è (molto) più morbido e fa soltanto un riferimento ad Augusto Minzolini: “I direttori di rete e di testata devono evitare di rappresentare i propri giudizi personali o valutazioni che non siano improntati alla massima imparzialità e obiettività”.
Ieri in Rai e dintorni politici erano impegnati a polemizzare con Giovanni Floris che, a differenza di sempre, non ha passato in diretta la telefonata di Silvio Berlusconi, ma l’ha invitato in studio per martedì prossimo sul tema Ruby e per le inchieste della Procura di Milano. L’accusa più significativa è arrivata dal consigliere di viale Mazzini in quota Pdl, anzi fedelissimo del premier,Antonio Verro: “È intollerabile che il conduttore di una trasmissione del servizio pubblico si permetta di decidere di non mandare in onda la telefonata del presidente del Consiglio”. E Floris s’è difeso citando i precedenti, ovvero lunghi e incontenibili interventi senza rispondere alle domande: “Abbiamo pensato che fosse meglio fare così, visto come erano andate le cose le ultime volte che aveva chiamato, e visto che domenica scorsa lo avevamo invitato a partecipare alla puntata di ieri. Già martedì potrà venire a Ballarò per confrontarsi con noi e gli altri”.
da il Fatto Quotidiano del 20 gennaio 2011
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