domenica 20 gennaio 2013

CONSIGLIPERLAMENTE: AVE MARY di Michela Murgia

Michela Murgia è nata a Cabras nel 1972. Nel 2006 ha pubblicato con Isbn Il mondo deve sapere, il diario tragicomico di un mese di lavoro che ha ispirato il film di Paolo Virzì Tutta la vita davanti. Per Einaudi ha pubblicato nel 2008 Viaggio in Sardegna. Undici percorsi nell'isola che non si vede, nel 2009 il romanzo Accabadora, vincitore del Premio Campiello 2010.
"Dovevo fare i conti con Maria, anche se questo non è un libro sulla Madonna. È un libro su di me, su mia madre, sulle mie amiche e le loro figlie, sulla mia panettiera, la mia maestra e la mia postina. Su tutte le donne che conosco e riconosco. Dentro ci sono le storie di cui siamo figlie e di cui sono figli anche i nostri uomini: quelli che ci vorrebbero belle e silenti, ma soprattutto gli altri. Questo libro è anche per loro, e l'ho scritto con la consapevolezza che da questa storia falsa non esce nessuno se non ci decidiamo a uscirne insieme".
Michela Murgia avverte subito il lettore che il suo libro non e’ un’opera sulla Madonna quanto piuttosto una riflessione - riccamente documentata e scritta con l’abilita’ espressiva e una godibilita’ di lettura gia’ apprezzata con il noto, premiato e intenso Accabadora , aggiungo io - sulla condizione diseguale della donna anche nei confronti dell’ordine religioso, che per sua vocazione e ragion d’essere dovrebbe al contrario garantire una parita’ di condizione con l’altro sesso. 
Eppure la Murgia, con documentazione quasi matematica, ci smonta ogni luogo comune per dimostrare come anche e soprattutto la Chiesa nei secoli ha perpetrato una netta separazione tra i due sessi, facendo ricadere sul mondo femminile pesi, sensi di colpa e mancanze universali che solo in parte la figura imponente e strategicamente rivoluzionaria di Maria hanno saputo compensare. 
E quindi dalla Creazione - in cui il peso del rifiuto della salvezza viene fatto ricadere in particolare sulla influenza tentatrice della figura femminile piuttosto che su una decisione presa con consapevole e deliberata scelta di coppia - fino alla marcata discriminazione sulla canonizzazione di figure femminili rispetto ai “colleghi” maschi, alla scelta di rappresentare la donna nell’ambito della coppia come un oggetto d’arredo piu’ che una colonna altrettanto portante al pari di quella maschile.
Una complessa e sentita osservazione che cattura sin dal suo avvio e ci fa capire come la natura umana riesca a deviare, perseguire e far soccombere sempre la parte apparentemente piu’ debole. Tutto queste argomentazioni sono affrontate con coerente lucidita’, senza prese di posizione prevedibilmente femministe, ma piuttosto coraggiosamente intransigenti verso comportamenti inqualificabilmente ingiusti e squalificanti nei riguardi della figura femminile, tanto piu’ folgoranti e forti se esposte , come in questo caso, con passione e intensa presa emotiva da una autrice tenace, forte di una fede e cultura cattoliche mai rinnegate, ma ragionate e seguite con deliberata convinzione, non certo subite con rassegnata, cieca ed acritica devozione.

Buona lettura.

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