venerdì 22 luglio 2011

Ucciso il cantautore argentino Facundo Cabral: Resta uno spazio vuoto

La Jiribilla 
Tradotto da  Alba Canelli


Un nuovo paradosso ci mette in allerta questa settimana. La vita di un combattente per la pace è stata troncata dalla violenza. Nella notte di Sabato 9 luglio è stato ucciso il cantautore argentino Facundo Cabral, che era in Guatemala per dare un concerto nella città di Quetzaltenango.
 
 Ancora non si conoscono le cause del fatto, il paese centroamericano ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale per l'evento che il presidente Alvaro Colom ha descritto come "codardo". Alcune fonti, tra cui il capo del Gabinetto di quel paese, Carlos Menocal, hanno collegato l'evento con la presunta relazione tra Achille Enrico Farina, un imprenditore che ha assunto Cabral e il riciclaggio di denaro nel cartello di Sinaloa.
La verità è che il Messaggero Mondiale della Pace dell'UNESCO è stato vittima di un attacco che forse non era indirizzato a lui, ma ad un'altra persona. Un uomo di cultura ha pagato il conto del crimine organizzato e delle dispute tra le fazioni dei delinquenti locali.
Cabral, che era cresciuto in povertà, sperimentò in prima persona i problemi della delinquenza e ha poi trovato una rivendicazione nella fede cristiana e nella musica, aveva dichiarato un anno prima del suo omicidio di non temere la violenza: "Se sei pieno d'amore non puoi aver paura, perché l'amore è coraggio".
Tra gli artisti che hanno espresso la loro condanna per l'omicidio dell'argentino, il trovatore Silvio Rodríguez, dal suo blog Segunda Cita, ha ripubblicato una canzone di Alberto Cortez, inclusa nell'album Lo Cortés no quita lo Cabral, che ricorda la posizione conciliante ed ecumenica della sua creazione: "La vita è trovarci, / per questo nasciamo, / perché il punto più alto / è raggiungere l'amore".
Per la critica sociale e la protesta implicita nelle sue composizioni, il cantante fu vittima dell'esilio forzato che ha rappresentato per molti artisti ed intellettuali la dittatura in Argentina. Dal 1976, continuò in Messico una carriera musicale che aveva cominciato a dare i suoi frutti con il tema “No soy de aquí, ni soy de allá” (Non sono di qui, non sono di lì, N.d.T.). Nell'80 torna a casa dopo aver condiviso diversi anni di lavoro nell'ambito umanitario con Madre Teresa a Calcutta.
Facundo aveva viaggiato in 165 paesi, dando concerti, registrato 300 produzioni musicali e scritto circa sei libri, tra cui si evidenzia il titolo Borges y yo, un resoconto delle sue conversazioni con l'autore di "Las ruinas circulares”. Nel 2009, dopo 50 anni di carriera artistica, ha annunciato il suo ritiro a causa di problemi di salute.
La notizia che l'auto con cui Cabral si stava dirigendo verso l'aeroporto di Città del Guatemala ha ricevuto 18 colpi in un attacco che ha causato la sua morte, ha suscitato scalpore tra gli artisti e pacifisti del mondo, come il Premio Nobel per la Pace, Rigoberta Menchú, una che è stata vista asciugarsi le lacrime sul luogo dei fatti. Da Madrid, il suo amico Alberto Cortez ha pianto la morte del musicista "mistico e pensatore", che "non aveva nemici".
In mezzo alla meraviglia per le circostanze della morte del cantante, la stampa internazionale replica alle sue parole: "Ogni uomo giusto è una buona notizia, ogni cantante è una buona notizia, perché ogni cantante, è un soldato di meno".  Questo predicatore della giustizia e della felicità è stato finito, tuttavia, per mano della rabbia.
Il militante libertario cileno José Antonio Gutiérrez D. ha fatto circolare alcune domande:
"Chi ha ucciso Cabral? Questa è la domanda che tutti si fanno. Erano sicari, dicono alcuni. I narco, dicono altri. Un proiettile vagante, si sente dai più cinici. Una nuova vittima del Guatemala, uno "stato fallito" declamano i giornali argentini. Ma coloro che hanno veramente ucciso Cabral erano gli stessi di quelli che cantarono le sue prose di critica sociale.
"Chi ha ucciso Cabral? Gli stessi che mutilarono e uccisero il trovatore cileno Victor Jara e resero il cantante-guerrigliero colombiano Julián Conrado un prigioniero scomparso.
"Chi ha ucciso Cabral? Gli stessi che uccidono sindacalisti in Guatemala, paese che rappresenta, dopo la Colombia, il secondo luogo al mondo nel record di sindacalisti assassinati. 16 sindacalisti sono stati assassinati nel 2009. 10 nel 2010.  E quest'anno, sono almeno 5.
"Chi ha ucciso Cabral?  Gli stessi che barbaramente assassinarono 600 donne solo nel 2010.
"Chi ha ucciso Cabral? Le stesse persone che hanno ucciso centinaia di contadini maya ogni anno per spogliarli delle loro terre. Le stesse persone che sfollano migliaia e d oltre per far posto all'estrazione mineraria e gli agro-alimentari.
"Chi ha ucciso Cabral? Le stesse persone che, dopo essersi diplomatie alla Scuola delle Americhe, hanno ucciso più di 250.000 guatemaltechi, fatto sparire più di 500.000, torturato e perseguito a milioni durante la guerra civile, dalla fine del 1950 al 1996. E continuano a uccidere ...
"Chi ha ucciso Cabral? Le stesse persone che avendo i mezzi per porre fine alla povertà, condannano decine di migliaia di guatemaltechi alla più brutale e sadica delle morti: la morte per fame, la morte per carenza di ogni genere".
 
 

"C'è la porta aperta"
Silvio Rodríguez 
  
C'è la porta aperta
la vita sta aspettando
con il suo eterno presente,
con la pioggia o sotto sole.
 
C'è la porta aperta,
uniamo i nostri sogni
per sconfiggere la paura
che ci ha impoveriti.
 
La vita è incontrarci,
per questnasciamo
perché il punto più alto
è raggiungere l'amore.
 
E non c'è l'amore di uno
c'è solo l'amore di tutti,
e per questo motivo
siamo qui oggi.
 
C'è la porta aperta
la vita sta aspettando
con il suo eterno presente,
con la pioggia o sotto sole.
 
C'è la porta aperta,
uniamo i nostri sogni
per sconfiggere la paura
che ci ha impoveriti.
 
Andremo (da) uno in uno,
eppoi di paese in paese
fino a circondare il mondo
con la stessa canzone.
 
Tutte le cose belle
sono iniziate cantando
non dimenticare che tua madre
cantando ti ha cullato.
 
Facundo Cabral
Tutte le cose belle
sono iniziate cantando
non dimenticare che tua madre
cantando ti ha cullato.
 
  
"Esta la puerta abierta", Silvio Rodríguez
(en español)




Per concessione di La Jiribilla
Fonte: http://www.lajiribilla.cu/2011/n531_07/531_25.html
Data dell'articolo originale: 09/07/2011
URL dell'articolo: http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=5349 

 

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