sabato 28 maggio 2011

Europei, ancora uno sforzo per diventare Arabi! La Spagna indica la via da seguire!

TLAXCALA ΤΛΑΞΚΑΛΑ ТЛАКСКАЛА تلاكسكالا 特拉科斯卡拉 
Tradotto da  Curzio Bettio


Da metà gennaio 2011, siamo in molti a sognare che movimenti simili a quelli che hanno cacciato i dittatori di Egitto e Tunisia, e che stanno spazzando via i dittatori e i despoti di tutto il mondo arabo, si scatenino nel “primo mondo” - Europa, USA-Canada, Australia, Giappone.
Il movimento che è esploso negli Stati Uniti, nello Stato del Wisconsin, rappresentava un primo tentativo, che, sfortunatamente, è rimasto circoscritto alla città di Madison e alla sua regione. Questo si è dovuto alla dirigenza sindacale, nelle mani del Partito democratico, che ha castrato il movimento ed ha impedito il suo allargamento.
In Giappone, la catastrofe di Fukushima, per il momento, non ha suscitato rivolte di massa, ma attendiamo con pazienza e fiducia: tutto arriva a buon punto, basta saper attendere!  
 
Finalmente è scoccata la scintilla dalla Spagna: il 15 maggio, dei giovani hanno occupato la piazza di Madrid denominata Puerta del Sol, con esplicito riferimento alla Piazza Tahrir del Cairo, dando libero corso alla “rivoluzione spagnola”. Sei giorni più tardi, il movimento si è esteso a tutta la Spagna e al mondo intero, dove si possono contare diverse centinaia di manifest-azioni e di riunioni. Il movimento si denomina “Democracia real ya”, che si potrebbe tradurre con “Una vera democrazia, immediatamente!”, e il suo slogan principale è: “Non siamo merce nelle mani di politici e banchieri”. Il suo nome in codice è: “15-M” (15 maggio). Questo movimento, che vede moltitudini anonime occupare le piazze centrali delle città, ha preso in contropiede, di sorpresa, l’establishment politico, impegnato nella campagna per le elezioni spagnole regionali e municipali del 22 maggio. L’esplicito riferimento alle rivoluzioni arabe suscita l’indignazione dei benpensanti, che così si sfogano in tutti i mezzi di comunicazione di massa: come è possibile osare raffrontare la nostra democrazia spagnola alle dittature arabe? 


« Prenditi la strada, 15 Maggio 2011 »
Quello che questi signori dimenticano è che la Spagna è il solo paese in Europa a vivere sotto un regime direttamente ereditato dalla dittatura franchista, e che l’abolizione della Seconda Repubblica per opera di Franco – proclamata legalmente nel 1931 – non aveva alcun carattere di legittimità, tanto meno di legalità. Inoltre, la Spagna è l’unico paese al mondo dove la monarchia (borbonica) è stata restaurata per tre volte mediante colpi di stato: nel 1814, nel 1874 e nel 1951. L’altra sera, uno dei commentatori benpensanti citati in precedenza si indignava: “Costoro vogliono instaurare la Terza Repubblica!”
L’abolizione della monarchia non sta nell’agenda prossima ventura. Nell’immediato, si assiste ad una gigantesca esplosione di gente “che ne ha fin sopra i capelli” contro il sistema dominante: contro la dittatura del bipartitismo (a destra, il PP, il Partito “popolare”, e a sinistra il PSOE, il partito “socialista dei lavoratori”), assecondata e conservata mediante un sistema elettorale iniquo, contro l’impunità dei banksters, di questi banchieri gangster, contro la disoccupazione che colpisce ufficialmente il 44% degli Spagnoli con meno di 25 anni.  
 
Qualche settimana fa, a Tunisi, l’Istituto Cervantès ha organizzato un dibattito dal titolo pomposo, “Patto e consolidamento della società civile: sfide della transizione democratica”, finanziato dalla multinazionale di origine spagnola INDRA. Il 15 maggio 2011, il modello spagnolo di “transizione democratica” proposto ai Tunisini è entrato nella sua prima crisi preoccupante. Le generazioni nate dopo la morte di Franco stanno per reinventarsi la democrazia, lontano dai palazzi del potere, sugli unici luoghi dove un’autentica democrazia ha la possibilità di radicarsi: le pubbliche piazze. Questo movimento per un’autentica democrazia si inscrive nel movimento generale delle rivolte logicamente ineluttabili innescato nell’ottobre scorso dagli abitanti del Sahara occidentale occupato. I Saharawi avevano montato per protesta contro il Marocco occupante un accampamento di 8.000 tende a Gdem Izik, nei pressi di El Ayoune, smantellato un mese più tardi da una repressione sanguinosa dalle forze di repressione marocchine, con il tacito appoggio del governo “socialista” di Madrid. D’altronde, l’occupazione marocchina del Sahara occidentale è senza dubbio la macchia indelebile più sporca di questa famosa “transizione democratica” spagnola.  
Gli Europei e gli abitanti del “primo mondo” sanno tutti ciò che resta loro da fare: seguire l’esempio spagnolo. Creiamo 1000 Piazze Tahrir !




Per concessione di Tlaxcala
Fonte: http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=4805
Data dell'articolo originale: 21/05/2011
URL dell'articolo: http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=4834 

 

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