mercoledì 2 febbraio 2011

Elezioni ad Haiti.

Mark Weisbrot 
Tradotto da  Aurora Santini



Cosa fa pensare alla "comunità internazionale" di avere il diritto di decidere il destino di Haiti senza il consenso dei governati? È vero, Haiti è un paese povero, ma gli haitiani hanno combattuto molto duramente, e molti hanno perso la vita, per ottenere il diritto di voto e per poter eleggere un governo.

Un anno dopo il devastante terremoto di Haiti, circa 1 milione di persone vive ancora in alloggi   predisposti come rifugi temporanei.  (Foto: Thony Belizaire/AFP/Getty Images)
Eppure, il 28 novembre, quasi tre quarti degli haitiani non hanno votato alle elezioni presidenziali e parlamentari. Questo è quanto abbiamo riscontrato noi del CEPR (Center for Economic and Policy Research, Centro di ricerca economica e politica) analizzando gli 11.181 fogli di conteggio elettorale. Per delle elezioni presidenziali,si tratta di un'affluenza talmente bassa da rasentare il ridicolo.
Ora, secondo un rapporto dell'Associated Press, l’OSA ha deciso che si dovrà andare al ballottaggio, per scegliere tra la precedente first lady Mirlande Manigat ed il popolare cantante Michel Martelly. L'OSA propone un ballottaggio tra i due candidati a presidente, i quali al primo giro hanno ottenuto rispettivamente il 6% ed il 4% circa dei voti dell'elettorato.
Una delle ragioni per cui la maggioranza degli haitiani non ha votato è che il partito politico più popolare del paese, Fanmi Lavalas, è stato arbitrariamente escluso dalle urne. Ciò era già successo nell'aprile 2009, nel corso delle elezioni parlamentari, durante le quali più del 90% degli aventi diritto non votò. Al contrario, nelle elezioni presidenziali del 2006, la partecipazione era stata del 59,3%. Nel passato era stata più alta, anche per le elezioni parlamentari (non presidenziali) del 2000.
Gli haitiani hanno corso un grosso rischio andando a votare in un clima di violenza politica, e si sono dimostrati pragmatici nel votare anche quando la loro prima scelta non era candidata (come nel 1996 e nel 2006). Ma la maggioranza non voterà se le viene negato il diritto di scegliere. Questa è la grande storia delle elezioni, della quale buona parte dei maggiori media non si è affatto occupata.
Il nostro conteggio dei voti ha dimostrato inoltre che una notevole porzione dei voti, circa il 12,7%, non è stata mai ricevuta o è stata messa in quarantena dal CEP, il Consiglio Elettorale Provvisorio. Si tratta di una quantità molto più elevata di quella precedentemente riportata sia dal CEP che dall'OSA.


Haiti, lunedì 29 novembre 2010. Bambini haitiani giocano durante le elezioni fuori da un seggio elettorale di Port-Au-Prince dove il voto è stato sospeso. (Foto di Nikki Kahn/The Washington Post)
Da un'analisi statistica dei voti totali è risultato che circa l'8,4% dei fogli di conteggio presentava irregolarità la cui probabilità di verificarsi casualmente era inferiore ad una volta su cento. Un altro 5,4% dei fogli di conteggio presentava degli ovvi errori di trascrizione– ad esempio, il numero dei voti eccedeva il numero dei votanti registrati per una cabina elettorale. Non abbiamo incluso questi errori tra le irregolarità, perché non necessariamente influenzavano il risultato, ma l'alta percentuale di errori di trascrizione nei fogli di conteggio indebolisce la fiducia nel risultato complessivo.
La nostra analisi ha confermato ciò che molti osservatori hanno visto sul campo, tra cui brogli elettorali, frode elettorale e casi di persone che non potevano votare perché non comparivano nel registro. Il tasso di partecipazione era molto più basso tra le persone provenienti dalle zone più duramente colpite dal terremoto.
Questo era il primo turno di elezioni, il quale in teoria avrebbe dovuto portare al ballottaggio, che ora è stato rimandato a febbraio. I tre candidati che hanno preso più voti al primo turno erano Manigat, Martelly ed il candidato del governo, Jude Celestin. Ma poiché il secondo ed il terzo posto erano separati da solo 0,6 punti percentuali, date le gravi irregolarità, non c'è modo di dire quali due candidati sarebbero andati al secondo turno.
Chiaramente, delle elezioni così gravemente viziate e inquinate dalle irregolarità non possono essere considerate legittime. Ma ancor meno scusabile è l'esclusione del partito politico più popolare del paese, che equivale a bandire i Democratici o i Repubblicani negli Stati Uniti. Questa "esclusione indebolirà sia il diritto di voto degli haitiani sia la conseguente capacità del governo di governare," hanno scritto 45 membri democratici del Congresso al segretario di stato Hillary Clinton il 7 ottobre 2010. Questi hanno inoltre chiesto al segretario di stato americano di non fornire "finanziamenti a delle elezioni che non rispettano i requisiti democratici fondamentali". Tali appelli sono stati ignorati.
Il primo ed ultimo presidente haitiano eletto democraticamente, Jean Bertrand Aristide, venne rovesciato (per la seconda volta) da un colpo di stato che Washington aiutò a realizzare nel 2004. Secondo quanto lui stesso racconta, Aristide venne sequestrato e messo su un aereo USA che lo portò in Africa, dove si trova ancora in esilio, in violazione della costituzione haitiana e del diritto internazionale.
Tre settimane fa, Ricardo Seitenfus, il rappresentante speciale dell'OSA ad Haiti, è stato rimosso dal suo posto per aver pubblicamente criticato il ruolo della missione delle Nazioni Unite e della comunità internazionale ad Haiti. La scorsa settimana, Seitenfus ha rivelato qualcosa di ancor più incriminante:
"Durante l'incontro del nucleo centrale (paesi donatori, Nazioni Unite e OSA), [si è parlato di] qualcosa che faceva davvero accapponare la pelle. Alcuni rappresentanti hanno suggerito che il Presidente René Préval lasci il paese e che venga procurato un aereo apposito. Quando l'ho sentito sono rimasto sconvolto."

La missione elettorale dell'organizzazione degli stati americani
Washington ed i suoi alleati, comprese le persone che attualmente prendono decisioni su Haiti presso l'OSA, stanno incoraggiando queste elezioni illegittime per la stessa ragione per cui hanno rovesciato Aristide, al quale non permetteranno di tornare nel suo paese, violando così la costituzione haitiana ed il diritto internazionale. Queste persone vogliono decidere chi governa Haiti, senza permettere alla maggioranza degli haitiani di decidere loro stessi. Ci saranno resistenze, come è avvenuto nel passato durante le dittature e le occupazioni straniere. Possiamo solo sperare che ciò non conduca a livelli di violenza simili a quelli passati.

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