David North David Walsh | ||
Tradotto da Aurora Santini |
L'arresto del finanziere e politico francese Dominique Strauss-Kahn, avvenuto a New York City sulla base di accuse di violenza carnale, e la sua detenzione continuata, è un evento scomodo che potrebbe avere implicazioni di vasta portata. Strauss-Kahn è il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale (FMI), forse l'istituzione finanziaria capitalista più potente a livello globale, ed è una figura di spicco all'interno del Partito socialista francese, uno dei grandi partiti d'affari dominanti di questo paese. Presto avrebbe dovuto annunciare la sua candidatura alla presidenza della Francia nel 2012, ed i sondaggi elettorali lo davano per vincitore sui suoi rivali, il Presidente Nicolas Sarkozy e Marine Le Pen, del Fronte Nazionale, partito di estrema destra. Nella sua posizione sociale privilegiata e con le sue vedute sociali, Strauss-Kahn appoggia qualsiasi cosa a cui il World Socialist Web Site si opponga. Ma lui è anche un essere umano cui spettano diritti democratici, tra cui un processo legale degno e la presunzione di innocenza fino alla prova della colpevolezza. A giudicare dal trattamento riservato a Strauss-Kahn da quando è stato arrestato e dalla copertura di questo evento da parte dei media americani, tale presunzione non esiste. Né noi né altri, eccetto l'accusato e l'accusatrice (e forse altre parti interessate di cui non è stato fatto il nome), sappiamo esattamente cosa sia successo domenica nella suite di Strauss-Kahn al Sofitel Hotel di Manhattan. Qualsiasi informazione il pubblico possieda ha fatto emergere le buone maniere del dipartimento di polizia di New York, il presunto avvocato della vittima ed i mass media. Nessuna di queste fonti può essere considerata affidabile. Nessuno ha ancora ascoltato la versione dei fatti data da Strauss-Kahn. Piuttosto, questi è stato sottoposto ad un processo calcolato di umiliazione e disumanizzazione—si veda la disgustosa “perp walk” (la passerella del colpevole)—il cui ovvio scopo era condannare l'accusato agli occhi dell'opinione pubblica ancor prima che fosse emessa un'accusa. La violenza carnale è un crimine esecrabile e chiunque sia dichiarato colpevole di questo reato deve esserne ritenuto responsabile. È tuttavia un fatto, vergognoso ed innegabile, che le accuse di cattiva condotta sessuale siano state utilizzate accanitamente, e non solo negli Stati Uniti, per distruggere degli individui-obiettivo. Viene subito in mente il caso del fondatore di WikiLeaks Julian Assange. Il fatto che le accuse di violenza sessuale e di altre forme minori di cattiva condotta sessuale siano state utilizzate per fini politici non significa che Strauss-Kahn sia vittima di una cospirazione. Tuttavia, richiederebbe un livello incredibile di ingenuità escludere immediatamente, prima di aver effettuato le più attente indagini, la possibilità che Strauss-Kahn, un uomo le cui decisioni hanno ampie conseguenze politiche e finanziarie, sia caduto in una trappola ben tesa. L'antica domanda Cui Prodest?—Chi ci guadagna?—deve venir fuori durante le indagini su un'accusa la cui immediata conseguenza, indipendentemente dalla conclusione del caso, sarà molto probabilmente la destituzione del direttore del Fondo Monetario Internazionale e la distruzione della carriera politica di un possibile futuro presidente della Francia. Chi sosterrebbe l'accusa per trarre guadagno dal trasferimento di Strauss-Kahn in una prigione americana? Sicuramente, questo è il genere di domanda che il grande romanziere francese Alexander Dumas, l'autore del Conte di Monte Cristo, avrebbe posto. Ma non sembra che ci sia tutta questa curiosità da parte degli editori del New York Times. Piuttosto, nell'ennesimo esempio della sua propensione per il giornalismo scandalistico, ieri il giornale ha pubblicato non meno di tre colonne—curate da Maureen Dowd, Stephen Clarke e Jim Dwyer—che si rivelano nell'umiliazione di Strauss-Kahn, trattano delle accuse di violenza carnale come se la loro veridicità fosse indiscutibile, ed incitano provocatoriamente i loro lettori contro l'accusato. Ciascuna delle colonne fa leva sull'ignoranza dei propri lettori sul processo degno e sui loro istinti più bassi. Il livello torbido di questi saggi è indicato dal titolo scelto da Clarke per il suo pezzo: “Droit du Dirty Old Men” (Il diritto del vecchio sporcaccione). La peggiore delle tre colonne è fornita da Maureen Dowd. Nel corso del suo lungo ruolo di colonnista presso il Times, ha fornito innumerevoli esempi di ossessioni pruriginose (i lettori potrebbero riferire su quanto ha scritto a proposito dello scandalo Clinton-Lewinsky), che vengono rese quanto più di cattivo gusto dalla sua malignità istintiva e sfrenata. Più recentemente, prima di spostare la sua attenzione sul caso Strauss-Kahn, Dowd stava celebrando l'omicidio extra-legale di Osama bin Laden (“una vittoria che ci ha fatto sentire di nuovo americani”). Dowd inizia così la sua colonna del 17 maggio, “Powerful and Primitive” (Potente e primitivo): “Lei lo voleva. Lo voleva di brutto. È quello che vuole ogni giovane vedova lavoratrice, timorata di Dio, che si spezza la schiena facendo lavori umili in un hotel a Times Square, per mantenere la sua figlia adolescente, giustificare il proprio stato di immigrante e sfruttare le opportunità che l'America offre: un vecchio satiro impazzito, grinzoso ed in calore, che esce nudo dal bagno e la attacca balzando verso di lei e trascinandola per la stanza con uno stile cavernicolo.” Su quali prove è basato questo sensazionale paragrafo? Quali informazioni possiede Dowd? Almeno ha intervistato l'accusatrice? Sa almeno cosa ha detto la presunta vittima alla polizia? Per la colonnista del Times, la presunzione di innocenza non esiste. Piuttosto, è indignata dall'idea che Strauss-Kahn non sia colpevole e, ancor peggio, che potrebbe essere stato incastrato. Come in tutti i casi che hanno a che vedere con accuse di cattiva condotta sessuale su cui Dowd ha scritto, la colpevolezza dell'accusato è un'ipotesi operativa. Prosegue Dowd: “I difensori francesi di Strauss-Kahn stanno facendo circolare bizzarre teorie sulla cospirazione, un po' come fanno i pachistani con Osama. Alcuni hanno suggerito che Strauss-Kahn sia stato vittima di una trappola organizzata dalle forze di Sarkozy.” Impossibile? Perché è da folli credere che Strauss-Kahn abbia nemici potenti, che possiedono i mezzi per incastrarlo o, come minimo, sfruttare l'opportunità presentata dalla questione per finirlo politicamente? Escludere tale possibilità non solo è politicamente assurdo, ma effettivamente chiude del tutto un'area critica delle indagini. Si può immaginare che gli investigatori chiedano a Strauss-Kahn se ci sono persone che potrebbero essere interessate ad incastrarlo e fossero capaci di farlo? Oppure gli investigatori non dovrebbero andare ad indagare sulle conoscenze della sua accusatrice? Per capire come le forze di potere stiano usando lo scandalo attuale, basta solo far riferimento ad una storia pubblicata mercoledì in prima pagina sul Wall Street Journal, dal titolo “Pressure is Building on Jailed IMF Chief” (Pressione sul direttore imprigionato del FMI). Nel pezzo si afferma che l'amministrazione Obama ha “segnalato con forza che era arrivato il momento per il Fondo Monetario Internazionale di sostituire Dominique Strauss-Kahn come direttore, affermando che non era più efficiente nel suo lavoro.” È chiaro che l'arresto di Strauss-Kahn è visto dal governo USA come un'opportunità politica. Nei suoi primi commenti pubblici sul caso, riporta il Journal, il Ministro del Tesoro statunitense Timothy Geithner “ha fatto appello per un riconoscimento più formale, da parte del consiglio, del fatto che l'autorità No. 2 del FMI, l'americano John Lipsky, che ha sostituito Strauss-Kahn da quando è stato arrestato, continuerà a rivestire il ruolo per un periodo provvisorio.” È chiaro che la sostituzione di Strauss-Kahn avrà importanti implicazioni politiche, mentre è già in corso un'accanita battaglia tra i governi europei e gli Stati Uniti riguardo alla selezione di un successore. Secondo il Wall Street Journal, gli europei vogliono tenere duro alla carica principale del FMI. “Ma gli USA,” scrive il Journal, “come il maggior azionista unico dell'organizzazione, giocheranno un ruolo chiave nel determinare il risultato.” Maureen Dowd potrebbe non essere particolarmente informata sui vari interessi critici in gioco nella sostituzione di Strauss-Kahn, ma i superiori del New York Times non sono così ingenui. È un fatto assodato che il direttore del giornale, Bill Keller, coordini la copertura da parte del Times di questioni di importanza critica per il governo USA. In questo caso, le colonne infiammate di Dowd e di altri contribuiscono alla pressione attualmente esercitata per forzare le dimissioni di Strauss-Kahn. L'opinione pubblica ufficiale francese è stata comprensibilmente angosciata sia dalla forma dell'arresto di Strauss-Kahn che dalla decisione presa dalle forze dell'ordine statunitensi per esibirlo in manette davanti ai paparazzi. Il solo shock indica quanto poco gli europei capiscano di ciò che è avvenuto in America negli ultimi decenni. Il giornalista e filosofo di destra Bernard Henry Lévy critica, legittimamente, il trattamento scandaloso riservato a Strauss-Kahn, che, secondo quanto Lévy afferma, è stato “dato in pasto ai cani;” aggiunge Lévy che nulla “permette che il mondo intero goda davanti allo spettacolo… di questa figura in manette, i lineamenti sfocati, dopo 30 ore di detenzione e di interrogatorio.” Figure come Lévy, tuttavia, hanno chiuso un occhio sulle condizioni sociali negli USA, tanto innamorati erano della propaganda del “libero mercato”. Lévy non si è preoccupato di far notare che più di 2,2 milioni di persone—la stragrande maggioranza dei quali viene ed è stata trattata altrettanto crudelmente quanto Strauss-Kahn, se non peggio—sono attualmente intrappolate nell'incubo dei diritti umani noto come “gli Stati Uniti”. La triste verità è che il carattere vizioso e vendicativo del sistema di “giustizia” americano viene alla luce solo quando qualcuno di famoso cade tra le sue grinfie. La posizione di Dowd e di altri della sua specie, difensori dei poveri e degli oppressi, è completamente ipocrita. La colonnista afferma che gli americani “potrebbero essere orgogliosi” del fatto che, nel caso Strauss-Kahn, “giustizia verrà fatta senza riguardo alla ricchezza, alla classe o ai privilegi.” Ed aggiunge, “È una storia ispiratrice sull'America, dove anche una cameriera può avere la propria dignità ed essere ascoltata quando accusa uno degli uomini più potenti del mondo di essere un predatore.” È disgustoso! Nella vita di tutti i giorni, le cameriere d'albergo ed il resto dei “domestici” sono invisibili all'alta borghesia a cui Dowd appartiene. Individui come Lévy hanno sollevato preoccupazioni, ma la classe dirigente francese ha risposto con codardia, o, come nel caso di Nicolas Sarkozy, che vede un rivale potenzialmente eliminato, sulla base di calcoli politici a breve termine. C'è, senza dubbio, un elemento reale di paura e di intimidazione, in Francia ed in tutta Europa, per quanto riguarda il comportamento degli USA, che operano in tutto il mondo come un sindacato del crimine. Washington ha richiesto (ed ottenuto) il rilascio dell'assassino membro della CIA Raymond Davis da una prigione pachistana, avvenuto a marzo. Si riesce ad immaginare che una figura politica americana di spicco venga trattata a Parigi come Strauss-Kahn lo è stato a New York con l'impunità? L'affare Strauss-Kahn solleva alcune domande critiche. Il World Socialist Web Site insiste sulla presunzione di innocenza e su altri diritti democratici fondamentali. Non vi è alcuna ragione credibile per cui Strauss-Kahn dovrebbe essere rilasciato su cauzione. I membri della sinistra, i quali credono ingenuamente che il destino di Strauss-Kahn sia indifferente, o che dovrebbe persino essere accolto come la giusta punizione per la sua ricchezza personale ed i suoi peccati politici, non capiscono nulla dell'importanza dei diritti democratici. Vale la pena sottolineare, inoltre, che le convinzioni socialiste non sono basate su un meschino istinto di vendetta. Si spera sicuramente che una difesa competente, che non si lasci intimidire dall'immensa pressione ad accettare un patteggiamento della pena, lavori per portare alla luce i fatti. Per le autorità, soprattutto se motivate da obiettivi politici, si tratta già di una questione di “missione compiuta”—la distruzione della posizione politica di Strauss-Kahn. Quando ci si concentra sui fatti del caso così come essi vengono riportati, esistono ampie ragioni—ve ne sono sicuramente a questo punto—per prendere in considerazione domande molto serie, ben al di là del livello del “dubbio ragionevole,” riguardanti l'intera questione. Per concessione di World Socialist Web Site Fonte: http://www.wsws.org/articles/2011/may2011/pers-m19.shtml Data dell'articolo originale: 19/05/2011 URL dell'articolo: http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=4938 |
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