Il celebre architetto cinese è stato fermato il 3 aprile. Un appello di Umberto Eco e altri intellettuali al presidente della Repubblica
di GIOVANNA COSENZA*Ai Weiwei è un architetto, designer, scrittore, blogger e attivista politico, che la comunità artistica internazionale considera l'artista cinese più celebre e influente al mondo. La sua ricchissima produzione artistica comprende fra l'altro il progetto del Bird Nest Stadium di Pechino per le Olimpiadi del 2008 1 e la fondazione del distretto artistico più interessante della capitale cinese.
Lo scorso 3 Aprile Ai Weiwei è stato fermato dalla polizia cinese senza nessuna spiegazione. Alcuni giorni dopo, le autorità cinesi hanno annunciato che l'arresto è motivato da "crimini economici" e non riguarda in alcun modo la libertà di espressione; ciò nonostante, il silenzio che ancora avvolge la vicenda fa temere che le cose non stiano esattamente in questi termini.
Nelle ultime settimane anche in Italia - pur in ritardo rispetto ad altri paesi - si sta finalmente parlando di questo caso. 2 Il primo appello è nato in rete: il 20 aprile ilblog Dis.amb.iguando 3, raccogliendo uno stimolo di Roar Magazine, si chiedeva perché mai l'Italia non si fosse ancora mobilitata per Ai Weiwei, mentre in Germania, Francia, Inghilterra, Svizzera e Stati Uniti si pubblicavano articoli quasi quotidiani sull'artista e i sit-in davanti alle ambasciate cinesi si moltiplicavano. L'appello di Dis.amb.iguando è stato raccolto dall'Associazione Pulitzer - guidata da Antonio Rossano e impegnata nella difesa della libertà di espressione - che ha redatto un appello online rivolto al presidente della Repubblica. Da allora l'attenzione dei media si è risvegliata anche da noi, con l'adesione di diverse testate, di Amnesty International Italia e tantissimi siti e blog.
LA PETIZIONE ITALIANA DELL'ASSOCIAZIONE PULITZER 4
LA PETIZIONE INTERNAZIONALE 5
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SU TWITTER: @freeaiww
Resta ancora da smuovere l'attenzione del governo, che tuttora tace, mentre molti paesi hanno già chiesto il rilascio di Ai Weiwei e la Germania si è pure offerta di pagare un'eventuale cauzione.
L'Associazione Pulitzer chiede dunque al presidente Napolitano di fare leva su tutti i canali diplomatici a sua disposizione, per ottenere più informazioni sui motivi dell'arresto di Ai Weiwei e sulle sue condizioni psico-fisiche, e fare pressioni per il suo rapido rilascio. Fra i primi firmatari dell'appello - che ha già raccolto migliaia di firme - ci sono Umberto Eco, Eugenio Bennato, Annamaria Testa, Lorella Zanardo.
* L'autrice dell'articolo è docente all'Università di Bologna
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