sabato 14 maggio 2011

Che fine ha fatto Ai Weiwei?




Il celebre architetto cinese è stato fermato il 3 aprile. Un appello di Umberto Eco e altri intellettuali al presidente della Repubblica

di GIOVANNA COSENZA*

Ai Weiwei è un architetto, designer, scrittore, blogger e attivista politico, che la comunità artistica internazionale considera l'artista cinese più celebre e influente al mondo. La sua ricchissima produzione artistica comprende fra l'altro il progetto del Bird Nest Stadium di Pechino per le Olimpiadi del 2008 1 e la fondazione del distretto artistico più interessante della capitale cinese.

Lo scorso 3 Aprile Ai Weiwei è stato fermato dalla polizia cinese senza nessuna spiegazione. Alcuni giorni dopo, le autorità cinesi hanno annunciato che l'arresto è motivato da "crimini economici" e non riguarda in alcun modo la libertà di espressione; ciò nonostante, il silenzio che ancora avvolge la vicenda fa temere che le cose non stiano esattamente in questi termini.

Nelle ultime settimane anche in Italia  -  pur in ritardo rispetto ad altri paesi  -  si sta finalmente parlando di questo caso. 2 Il primo appello è nato in rete: il 20 aprile ilblog Dis.amb.iguando 3, raccogliendo uno stimolo di Roar Magazine, si chiedeva perché mai l'Italia non si fosse ancora mobilitata per Ai Weiwei, mentre in Germania, Francia, Inghilterra, Svizzera e Stati Uniti si pubblicavano articoli quasi quotidiani sull'artista e i sit-in davanti alle ambasciate cinesi si moltiplicavano. L'appello di Dis.amb.iguando è stato raccolto dall'Associazione Pulitzer  -  guidata da Antonio Rossano e impegnata nella difesa della libertà di espressione  -  che ha redatto un appello online rivolto al presidente della Repubblica. Da allora l'attenzione dei media si è risvegliata anche da noi, con l'adesione di diverse testate, di Amnesty International Italia e tantissimi siti e blog.

LA PETIZIONE ITALIANA DELL'ASSOCIAZIONE PULITZER 4

LA PETIZIONE INTERNAZIONALE 5
6

SU TWITTER: @freeaiww



Resta ancora da smuovere l'attenzione del governo, che tuttora tace, mentre molti paesi hanno già chiesto il rilascio di Ai Weiwei e la Germania si è pure offerta di pagare un'eventuale cauzione.

L'Associazione Pulitzer chiede dunque al presidente Napolitano di fare leva su tutti i canali diplomatici a sua disposizione, per ottenere più informazioni sui motivi dell'arresto di Ai Weiwei e sulle sue condizioni psico-fisiche, e fare pressioni per il suo rapido rilascio. Fra i primi firmatari dell'appello  -  che ha già raccolto migliaia di firme  -  ci sono Umberto Eco, Eugenio Bennato, Annamaria Testa, Lorella Zanardo.

* L'autrice dell'articolo è docente all'Università di Bologna

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