lunedì 21 marzo 2011

D’Arcais e Padellaro si mettono l’elmetto

Con l’articolo ieri di Paolo Flores d’Arcais inneggiante all’interventismo democratico in Libia (mentre sullo sfondo si ascolta la marcetta dei marines), e con l’editoriale di oggi di Antonio Padellaro che, mentre bombe e missili cadono sulla Libia, riesce ad accusare Berlusconi di farci fare magra figura al cospetto della vigoria bombardiera di Cameron e Sarkozy, si conclude il rapporto di stima, curiosità e speranza che da lettore avevo nutrito nei mesi passati per il “Fatto quotidiano”. Per il poco che conta mi affretto a rimuovere il link dal blogroll.

Già in diversi interventi avevo sottolineato come l’appoggio del “Fatto” alla lotta della Fiom per il rinnovo del contratto di Mirafiori non era che lip service pagato a un insincero populismo di sinistra che dall’inizio dell’anno aveva propiziato un sensibile incremento delle vendite. Lo dicevo osservando come in tutti gli spazi di analisi e approfondimento in materia economica il giornale non faceva che ribadire la tradizionale ortodossia rigorista, con frequenti scivolate sul terreno di un’autentica destra economica iperliberista.

Naturalmente quando sulle questioni della pace e della guerra il “Fatto” riesce a collocarsi alla destra di Angela Merkel; quando Padellaro deplora che la guerra in Libia per soccorrere i civili martoriati parte in ritardo (e io non ricordo che abbia mai scritto una virgola sulle stragi di civili compiute dai droni USA sul confine afghano-pakistano), arriva il momento in cui continuare a farsi illusioni su questo progetto editoriale diventa una colpa. Se avevo avuto qualche speranza che al di là della crociata antiberlusconiana il “Fatto” potesse ispirare la ricostruzione di una sinistra capace di candidarsi sì alla guida del paese, ma senza soggezione verso i blocchi del potere tradizionale, oggi ostinarsi in questa speranza sarebbe segno di stupidità.

Qual è la mentalità di questi ultrà dell’antiberlusconismo, dal “Fatto” a “Micromega”? Il loro core-business naturalmente è cacciare Berlusconi, e per questo si richiede una robusta alleanza politica alternativa. Una robusta alleanza politica alternativa naturalmente deve avere una politica economica credibile e una politica estera seria e responsabile. “Credibile”, “seria”, “responsabile” sono aggettivi che si possono parafrasare nella rassicurazione ai mercati che le tradizionali ricette monetariste continueranno anche dopo l’addio di Berlusconi e che l’Italia continuerà a essere il docile e “affidabile” ascaro degli USA e della Nato. Tutto il resto – come l’appoggio alla Fiom – è fuffa, e fuffa si rivelerebbe ogni volta che una decisione cruciale impedisse di fare giochi di prestigio con le parole.

fonte http://subecumene.wordpress.com/2011/03/20/darcais-e-padellaro-si-mettono-lelmetto/


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