I profughi respinti dall'Italia: "Ci uccidono con i coltelli e i machete". L'allarme della ong EveryOne: stanno attaccando eritrei, somali, etiopi e sudanesi anche all'interno delle loro case.
INTOLLERANZA - «Nel Paese il fenomeno dell'intolleranza nei confronti dei profughi dall'Africa subsahariana, dettato da un'interpretazione razzista del Corano, è particolarmente grave - spiegano - e, proprio mentre scriviamo, vi sono bande di ribelli che, approfittando del caos, aggrediscono i cittadini eritrei, etiopi, somali e sudanesi, per strada e all'interno delle proprie abitazioni, accusandoli di essere mercenari al soldo di Gheddafi». Si segnalano, fra i profughi, esecuzioni sommarie e ferimenti in tutta la nazione. Il sacerdote eritreo don Mussie Zerai ha lanciato anche lui l'allarme, riportando la testimonianza di alcuni eritrei in Libia con cui è in contatto telefonico: «Ci stanno uccidendo con coltelli e machete. Vanno nelle case dove vivono gruppi di africani, che accusano di essere mercenari del regime».
«Zerai ci ha riferito che decine di questi giovani in pericolo di vita sono i migranti respinti dall'Italia» continuano gli attivisti del Gruppo EveryOne. «Si segnalano inoltre bombardamenti in corso presso le carceri, particolarmente violenti a Misratah, dove sono detenuti molti profughi africani, mentre altri sono attualmente in gravissime condizioni. A questo si aggiungono innumerevoli episodi di violenza contro africani all'interno degli stessi penitenziari».
Nella foto, il carcere di Misratah
Gruppo EveryOne
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