domenica 20 febbraio 2011

CONSIGLIPERLAMENTE: I miserabili

 Meditato dall'autore fin dal 1845, I miserabili vide la luce solo nel 1862: diciassette anni impiegò infatti Hugo per scrivere e pubblicare quello che egli stesso riteneva il suo capolavoro, il punto culminante della sua già monumentale opera. Accolto freddamente dalla critica - con la sola, notevolissima eccezione di Rimbaud che ne parlò come di "un vero poema" -, il romanzo ottenne invece una strepitosa fortuna di pubblico: 3500 copie vendute in poche ore, collette popolari per acquistarlo, un vero e proprio movimento d'opinione che fece preoccupare seriamente il regime di Napoleone III, per non parlare delle innumerevoli traduzioni e riedizioni, versioni cinematografiche e teatrali, fumetti... Un successo vasto e durevole, dovuto alla straordinaria capacità di Hugo di sintetizzare la sua vocazione poetico-simbolica e quella realistico-sociale, dando così vita a un'opera in cui le vicende dei tanti, indimenticabili personaggi si intrecciano con la storia del popolo di Parigi e la rievocazione dei momenti cruciali della sua epopea, dalla battaglia di Waterloo ai moti insurrezionali  del1832.
Hugo non scrisse solamente un libro...ma molti libri in questo grande romanzo francese che rimane, per molti,la pietra miliare della Letteratura transalpina.
Ogni capitolo è uno spunto per un altro libro, ogni affresco è stretto nella sua storicità in maniera quasi tattile ed incisiva.
La vicenda di Jean Valjean condannato, evaso, rinato e perseguitato a vita è esemplare per comprendere uno stile, un metodo, un modo di concepire l'esistenza.
Meravigliosa la descrizione della fuga per le fogne di Parigi e l'"invenzione" della piccola grande orfana (topos classico della Letteratura francese)che ha nome Cosette...perché non è nulla.
Il tutto apprende e sorprende l'idea di redenzione che domina tutto il ciclo dei Miserabili.
Che dire della fantastica ricostruzione della battaglia di Waterloo?
Qualcuno, non molto tempo fa, ebbe a dire:"Si tratta della più alta lirica dedicata ad un evento mortifero come la guerra". Era Claudio Magris, ed io sono d'accordissimo con lui.
Sarebbe bello che molti si avvicinassero ad Hugo in punta di piedi, come si fa con chi è più grande di noi.
In questo, in questi romanzi, c'è tutto il cuore di una nazione.

Nessun commento:

Posta un commento