venerdì 21 gennaio 2011

Grecia: Muro al confine con la Turchia.

Il governo greco ha annunciato che costruirà, alla frontiera con la Turchia, un muro di circa 13 km e 3 m di altezza per evitare l’entrata di immigranti clandestini. Le posizioni dell’UE al riguardo sono ambigue.
Atene assicura che la cooperazione con gli Stati membri dell’UE “va bene”sulla questione e la Turchia ha già espresso il proprio disaccordo. Il modello che le autorità greche hanno copiato è quello costruito tra la California e il Messico.
Il muro di Berlino è caduto più di 20 anni fa, ma la sua metodologia non è morta ed è stata adottata sempre di più nel mondo. Il muro della Corea, il muro che il Marocco impone al Sahara Occidentale, il muro degli USA e Messico, il muro della Cisgiordania, il muro di Israele alla frontiera con l’Egitto, il muro eretto tra il Pakistan e l’Afghanistan ed ora si aggiunge quello tra la Grecia e la Turchia. Sarà il secondo a separare le zone d’influenze tra di due paesi tenendo conto di quello che esiste a Cipro.

La cosiddetta “Fortezza Europa” comincerà a prendere forma nella zona limitrofa dell’Orestea, secondo le autorità greche. Secondo il rapporto di Atene e l'Agenzia europea Frontex, circa 200 immigrati "illegali" entrare in Grecia ogni giorno in questa zona di passaggio, nonostante la presenza dell’esercito sul territorio. “E’ una dura realtà e abbiamo l’obbligo verso i cittadini greci di lottare contro essa”, ha dichiarato il ministro greco Christos Papoutsis, presentando il progetto.

L’agenzia Frontex dice che nove su dieci stranieri entrano in Europa attraverso la frontiera greco-turca e che il 75% di questi ingressi avviene nella zona di Orestea lungo 13 km.
La maggior parte dei "clandestini", dice il rapporto, provengono da paesi comel'Afghanistan e il Pakistan, Somalia e alcuni del Medio Oriente, come Iraq o l' Africa del Nord, le regioni più colpite dalle guerre scatenate dagli USA e dalla NATO con il consenso dell’UE, ma non risolveranno anzi aggraveranno i problemi sociali, umanitari e politici.

C'è anche un parallelo in entrambi i muri tra la situazione greca e californiana, caratterizzata dagli elevati debiti pubblici, più gravi dalla parte sud americana.
Bruxelles mantiene assoluto silenzio sulla strategia greca elaborata. Solo Michele Cercone, portavoce della commissaria Cecilia Malstrom, ha commentato che “divieti e muri hanno già dimostrato nel passato che sono misure a breve termine”, e quindi è importante che le frontiere siano amministrate tendendo a scoraggiare ed interrompere il transito”.

A questa dichiarazione di accettazione del muro, riferita al “breve termine”, si unisce la dichiarazione greca sul fatto che la cooperazione con gli stati membri dell’UE "va bene".
La sinistra greca considera già questa misura come “dinumana e inefficace”.

Ufficialmente la Turchia afferma che ha bisogno di più informazioni, ma che trattandosi di un problema globale dovrà avere un trattamento internazionale. Un’autorità turca della regione confinante ha affermato che il muro non risolverà il problema perché ci sono altre alternative al passaggio, come ad esempio il fiume Evros- in nave in inverno e a piedi d’estate.

Un diplomatico europeo citato dal giornale britannico il Daily Telegraph nel frattempo ha spostato il dibattito sul rafforzamento europeo su un altro terreno: “E’ facile immaginare come una struttura permanente segnerà lo spazio anti-turco o darà l’impressione di un rafforzamento cristiano europeo per mantenere gli islamici dalla parte di fuori”. Lo stesso diplomatico non ha voluto far conoscere il suo nome essendo essere ancora in carica, ma ha aggiunto: “costruire muri non aiuta in questi tempi nei quali è importante costruire ponti”.


Tradotto e segnalato per Voci Dalla Strada da VANESA

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